È noto che il riscaldamento domestico a biomasse legnose produce polveri sottili ma, molto spesso, non si evidenzia il fatto che la maggior parte delle emissioni di PM10 sia però da attribuire a vecchie stufe e caminetti, con tecnologie di combustione superate. Il 70% degli apparecchi installati in Italia ha infatti più di 10 anni di vita e contribuisce all’86% del PM10 derivante dalla combustione domestica di biomassa.
Promuovendo la rottamazione e la sostituzione degli apparecchi obsoleti con moderni e più efficienti prodotti, come le stufe, i camini e le cucine La Nordica-Extraflame, è possibile infatti invertire questa tendenza e centrare l’importante obiettivo al centro di questa pubblicazione di Aiel.
Che tutto ciò sia possibile lo dimostrano anche i dati: nell’ultimo decennio, grazie a questo rinnovamento tencologico, le emissioni della combustione del legno nel Paese sono diminuite del 23% dal 2010 al 2018, passando da 123.000 a 95.000 tonnellate (Ispra 2020)
Uno degli alleati più importanti in questo processo è il Conto termico, l’incentivo per interventi di sostituzione volti all’incremento dell’efficienza energetica e alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, che ha dato impulso al turn over tecnologico. Il Conto Termico è tuttavia ancora poco conosciuto e utilizzato: la spesa annua nel 2019 per incentivare tutti gli interventi realizzati da privati (77,6% del totale) ammonta a 213,6 milioni di euro, a fronte di un limite di spesa annuo di 700 milioni di euro.